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Adattamenti fonetici dei prestiti stranieri nella lingua giapponese
Tesi di laurea di Sandro Carnevali - 1991-92 - richiede il supporto Unicode
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pagina 4

SISTEMA FONOLOGICO GIAPPONESE TRADIZIONALE, HIRAGANA E SISTEMA DI TRASCRIZIONE KUNREI-SHIKI

La lingua giapponese, accanto ai caratteri cinesi, ha un sistema di scrittura sillabico, l'hiragana (ひらがな), che consente di farsi rapidamente un' idea del sistema fonologico giapponese tradizionale. La trascrizione in caratteri latini che più direttamente corrisponde all'hiragana è il sistema Kunrei (訓令式). Se si esamina la tabella 1 in cui ogni simbolo dell'hiragana accompagnato dalla trascrizione in caratteri latini si vedrà come ogni riga corrisponde a una vocale e ogni colonna ad una consonante.

Le sillabe fondamentali hanno la struttura (C)V.

TABELLA 1 Hiragana (ひらがな) e
sistema di trascrizione Kunrei-shiki (訓令式)


a

ka

sa

ta

na

ha

ma

ya

ra

wa

i

ki

si

ti

ni

hi

mi


ri


u

ku

su

tu

nu

hu

mu

yu

ru


e

ke

se

te

ne

he

me


re


o

ko

so

to

no

ho

mo

yo

ro

pagina 5


ga

za

da

ba

pa

gi

zi

zi

bi

pi

gu

zu

zu

bu

pu

ge

ze

de

be

pe

go

zo

do

bo

po

Il sistema di trascrizione Kunrei-shiki è considerato il migliore dai giapponesi che trovano contorto e ridondante il sistema Hepburn.

Gli occidentali che studiano giapponese e ancora di più quelli che, pur non studiando la lingua giapponese, devono però fare uso di trascrizioni di questa lingua, trovano generalmente carente il sistema Kunrei-shiki e preferiscono il sistema Hepburn.

In effetti il sistema di trascrizione Kunrei-shiki è un sistema di trascrizione fonematico che risponde perfettamente al sistema fonologico giapponese tradizionale non distinguendo gli allofoni di uno stesso fonema mentre il sistema Hepburn è un sistema di trascrizione fonetica (larga) che distingue tra loro i diversi allofoni di uno stesso fonema e diventa di fatto ridondante per chi, come i giapponesi, ha ben presente (anche se a livello non conscio) il sistema fonologico giapponese.

Prendiamo per esempio la parola giapponese "shirushi" (印, しるし),"sirusi" in Kunrei-shiki e "shirushi" in Hepburn. Un occidentale trova normale o per lo meno comodo indicare { sh } per ricordare la pronuncia del suono [ ɕ ], mentre un giapponese trova inutili se non fastidiosi i due segni

pagina 6

aggiuntivi { h } per indicare un fenomeno per lui ovvio (se non addirittura non conosciuto in quanto fatto a livello inconscio) quale quello per cui in giapponese / s / > [ ɕ ] davanti ad / i /. In effetti [ ɕ ] in giapponese è un allofono di / s / davanti a / i / e un giapponese non solo trova normale pronunciarlo [ ɕ ] senza bisogno che ci sia il segno { h } a ricordarglielo ma troverebbe addirittura difficile e innaturale la pronuncia [ s ].

Considerando allora il sistema Kunrei-shiki come un sistema di trascrizione fonematico, possiamo dire, esaminando la tabella 1, che i fonemi fondamentali sono / a, i, u, e, o, k, s, t, n, h, m, y, r, w, g, z, d, b, p /.

Si noti come l'opposizione / z /~/ d / viene a cessare davanti a / i, u / anche se l'hiragana conserva la distinzione (e lo stesso fa il sistema di trascrizione Nihon-shiki (日本式), per il resto molto simile al Kunrei-shiki):

HiraganaNihon-shikiKunrei-shiki
zizi
dizi
   
zuzu
duzu

Oltre alle sillabe esaminate nella tabella 1 si hanno in hiragana altre possibilità:

  1. sillabe con struttura CyV, in cui però la vocale può essere soltanto /a, u, o/, mai /i, e/; non considereremo il glide di queste sillabe fonema distinto da /y/ di /ya, yu, yo/;

    pagina 7

    TABELLA 2

    Hiragana (ひらがな) e
    sistema di trascrizone Kunrei-shiki (訓令式)

    きゃ
    kya
    しゃ
    sya
    ちゃ
    tya
    にゃ
    nya
    ひゃ
    hya
    みゃ
    mya
    りゃ
    rya
    きゅ
    kyu
    しゅ
    syu
    ちゅ
    tyu
    にゅ
    nyu
    ひゅ
    hyu
    みゅ
    myu
    りゅ
    ryu
    きょ
    kyo
    しょ
    syo
    ちょ
    tyo
    にょ
    nyo
    ひょ
    hyo
    みょ
    myo
    りょ
    ryo

    ぎゃ
    gya
    じゃ
    zya
    びゃ
    bya
    ぴゃ
    pya
    ぎゅ
    gyu
    じゅ
    zyu
    びゅ
    byu
    ぴゅ
    pyu
    ぎょ
    gyo
    じょ
    zyo
    びょ
    byo
    ぴょ
    pyo

  2. sillabe con vocali lunghe, rappresentate dal simbolo della sillaba convocale breve seguito dalla vocale semplice. Non considereremo perciò le vocali lunghe come fonemi distinti, ma come sequenze di due vocali brevi;

  3. "N" sillabica (con un proprio simbolo in hiragana) resa in Kunrei-shiki dalla normale { n } ma distinta da questa perché preconsonantica o finale o seguita graficamente da un apostrofo. Aggiungiamo perciò il fonema / N / distinguendoci in questo soltanto dalla trascrizione del sistema Kunrei-shiki;

    pagina 8

  4. raddoppiamento consonantico (solo davanti a ostruenti sorde) rappresentato sempre dallo stesso simbolo {っ} in hiragana, dal simbolo della consonante che segue in Kunrei-shiki; non lo considereremo un fonema a sé stante ma tratteremo la geminazione come la sequenza di due fonemi uguali.
TABELLA 3

Hiragana (ひらがな) e
sistema di trascrizione kunrei-shiki (訓令式)

ああ
aa
いい
ii
うう
uu
ええ
ee
おお
oo
かあ
kaa
さあ
saa
があ
gaa
きゃあ
kyaa
.....
.....


n, n'
 

p, t, k, s

Possiamo pertanto considerare quello della tabella 4 il sistema fonologico giapponese tradizionale.

TABELLA 4

Il sistema fonologico giapponese tradizionale

/ a i u e o /
/ k s t n h m y r w g z d b p N /

pagina 9

SISTEMA DI TRASCRIZIONE HEPBURN (ヘボン式) E TRASCRIZIONE FONETICA

Abbiamo già detto che il sistema di trascrizione Hepburn distingue, diversamente dal sistema Kunrei-shiki, i principali allofoni di ogni fonema.

È interessante allora esaminare la tabella 5 che è analoga alle tabelle da 1 a 3 ma il cui sistema di trascrizione è quello Hepburn. I simboli diversi da quelli del sistema Kunrei-shiki sono sottolineati e un loro rapido esame consente di avere almeno una prima idea dei principali allofoni del sistema fonologico giapponese tradizionale.

Il sistema di trascrizione Hepburn è quello maggiormente usato in testi occidentali ed è quello che useremo per trascrivere le parole giapponesi riportate nel testo quando non hanno un preciso valore fonologico o fonetico.

TABELLA 5

Hiragana (ひらがな) e
sistema di trascrizione Hepburn (ヘボン式)


a

ka

sa

ta

na

ha

ma

ya

ra

wa

i

ki

shi

chi

ni

hi

mi
 
ri
 

u

ku

su

tsu

nu

fu

mu

yu

ru
 

e

ke

se

te

ne

he

me
 
re
 

o

ko

so

to

no

ho

mo

yo

ro
 

pagina 10


ga

za

da

ba

pa

gi

ji

ji

bi

pi

gu

zu

zu

bu

pu

ge

ze

de

be

pe

go

zo

do

bo

po

きゃ
kya
しゃ
sha
ちゃ
cha
にゃ
nya
ひゃ
hya
みゃ
mya
りゃ
rya
きゅ
kyu
しゅ
shu
ちゅ
chu
にゅ
nyu
ひゅ
hyu
みゅ
myu
りゅ
ryu
きょ
kyo
しょ
sho
ちょ
cho
にょ
nyo
ひょ
hyo
みょ
myo
りょ
ryo

pagina 11

ぎゃ
gya
じゃ
ja
びゃ
bya
ぴゃ
pya
ぎゅ
gyu
じゅ
ju
びゅ
byu
ぴゅ
pyu
ぎょ
gyo
じょ
jo
びょ
byo
ぴょ
pyo

 

ああ
ā
いい
ii
うう
ū
ええ
ē
おお
ō
かあ
さあ
があ
きゃあ
kyā
.....
.....


n, n', m, m'
 

p, t, k, s

pagina 12

TABELLA 6

Principali allofoni del sistema fonologico giapponese tradizionale evidenziati da un confronto tra le tabelle di trascrizione nel sistema Kunrei-shiki e in quello Hepburn

/ a />[ a ]
/ i />[ I ]
/ u />[ ɯ ]
/ e />[ E ]
/ o />[ σ ]
/ k />[ k ]
/ s />[ s ], [ ɕ ] davanti a / i , y /
/ t />[ t ], [ tɕ ] davanti a / i, y /, [ ts ] davanti a / u /
/ n />[ n ]
/ h />[ h ], [ɸ] davanti a / u /
/ m />[ m ]
/ y />[ j ], vedi nota.
/ r />[ ɾ ]
/ w />[ ɰ ]
/ g />[ g ]
/ z />[ dz ], [ dʑ ] davanti a / i, y /
/ d />[ d ]
/ b />[ b ]
/ p />[ p ]
/ N />[ N̩ ], [m̩ ] davanti a / p, b, m /

Nota:
Quando il fonema / y / viene subito dopo uno dei fonemi / s, t, n, h, z / si fonde con il fonema precedente dando un unico fono palatalizzato [ ɕ, t ɕ, nʲ , H, ʑ ].

pagina 13

UN SISTEMA FONOLOGICO ALTERNATIVO

Se esaminiamo il sistema fonologico proposto per il giapponese da Vance nella sua "An introduction to Japanese phonology" vediamo che vengono aggiunti numerosi altri fonemi a quelli fin qui presi in considerazione :


/f/ > [ ɸ ]
/ š / > [ ɕ ]
/c/ > [ ts ]
/ č / > [ t ɕ ]
/ ž / > [ dʑ ]
/ Q / > [ p, t, k, s, ɕ ].

La necessità di introdurre il fonema /f/, da noi considerato un allofono di /h/ davanti ad /u/, sorge soltanto con prestiti stranieri entrati in giapponese e scritti in katakana (カタカナ) in cui troviamo [ ɸ ] anche davanti ad altre vocali.

es. フォーク: [ɸσ:kɯ̥ ].

Il problema non sorge se, come stiamo facendo noi in questo momento, ci occupiamo del sistema fonologico giapponese tradizionale e della varietà conservativa della pronuncia standard.

 

Esaminiamo ora i fonemi aggiuntivi / š, c, č, ž /. Il considerarli allofoni di / s, t, t, z / come noi abbiamo fatto, oltre a ridurre il numero di fonemi necessari, avvicina molto di più il sistema fonologico al modo di vedere giapponese e soprattutto rende molto più regolare la morfologia giapponese eliminando un gran numero di allomorfi e di alternanze nelle forme verbali o in altre forme grammaticali. Consideriamo per esempio le forme piana, negativa e gentile del verbo matsu (待つ):

 matsumatanaimachimasu
 待つ待たない待ちます
Sistema da noi
usato
/ matu / / matanai // matimasu /
Sistema usato
da Vance
/ macu // matanai // mačimasu /

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Il verbo risulta completamente regolare secondo il sistema fonologico da noi usato avendo in tutte le forme lo stesso / mat /, mentre presenta tre diversi allomorfi / mac, mat, mač / nel sistema fonologico di Vance.

Infine Vance introduce il fonema /Q/ che corrisponde graficamente a {っ} e che indica la geminazione consonantica.
Considerarlo di volta in volta uguale al fonema che segue, cioè / p, t, k, s /, rende più semplici alternanze del tipo:
 学校, scuola ~ 大学, università
Sistema da noi
usato
/ gakkoo / ~ / daigaku /
  Allomorfi: / gak /~/ gaku /
Sistema usato
da Vance
/ gaQkoo / ~ / daigaku /
  Allomorfi: / gaQ /~/ gaku /

Il gran numero di parole nuove introdotte come prestiti da lingue occidentali nel giapponese moderno ha portato però ad una rivoluzione tale del sistema fonologico giapponese e ad una nuova serie di opposizioni fonologiche,rendendo il sistema fonologico da noi considerato insufficiente a dare una descrizione completa della lingua giapponese.

Esamineremo successivamente la varietà innovativa della fonetica giapponese proponendo un diverso sistema fonologico che , introducendo una serie di nuovi fonemi, si avvicinerà molto al sistema fonologico usato da Vance.

pagina 15

FONETICA GIAPPONESE, varietà conservativa

L'esame del sistema di trascrizione Hepburn ci ha dato una prima idea dei suoni della lingua giapponese. Esaminiamo adesso più dettagliatamente la resa fonetica dei vari fonemi giapponesi.

Prenderemo in considerazione, seguendo Vance, la lingua giapponese standard ( hyōjungo, 標準語) cioè quella caratteristica delle persone colte della metà occidentale di Tōkyō (東京), di classe sociale media, cioè la varietà yamanote (山の手), varietà più prestigiosa e contrapposta alla varietà shitamachi (下町), più antica,caratteristica della parte orientale di Tōkyō.

Bisogna comunque prendere in considerazione il fatto che la fonetica del giapponese standard e lo stesso sistema fonologico giapponese tradizionale stanno subendo una rapida evoluzione a causa dei massicci prestiti da lingue occidentali (naturalmente soprattutto dall'inglese).    

Mentre i prestiti stranieri entrati in giapponese da molto tempo sono stati completamente adattati al sistema fonologico giapponese tradizionale storpiando completamente e rendendo spesso irriconoscibile la parola straniera, i prestiti più recenti hanno sempre più la tendenza ad esser modificati il meno possibile con una continua lotta tra l'adattamento del prestito alla pronuncia giapponese e l'adattamento del sistema fonologico giapponese alle parole straniere.

Naturalmente le cose cambiano da persona a persona e si possono distinguere due varietà estreme (con infinite variazioni intermedie) : la varietà conservativa, che conserva completamente il sistema fonologico giapponese tradizionale descritto nel capitolo precedente, e la varietà innovativa che,accettando i prestiti stranieri con una pronuncia quanto più possibile vicina a quella della lingua d'origine, ha portato ad una risistemazione completa del sistema fonologico con la fonologizzazione di suoni che prima erano soltanto allofoni di altri fonemi e la comparsa di opposizioni prima inesistenti. Prenderemo in esame per prima cosa la fonetica della varietà conservativa.

pagina 16

VOCALI

Abbiamo visto che il giapponese standard ha cinque fonemi vocalici /aiu eo/.

Il fonema / a / è una vocale aperta prevelare o velare, compresa tra [ a ] e [ ɑ ] e molto variabile anche da persona e persona. Trascriveremo [ a ].
es. kata, 方: / kata / > [ kata ]

Il fonema / i / corrisponde alla [ i ] cardinale: vocale palatale alta non labializzata.
es. ki, 木: / ki / > [ ki ]

Il fonema / u / è una vocale velare chiusa non labializzata [ ɯ ]. È un po' più anteriore di [ u ] (ma una certa anteriorizzazione è sempre caratteristica delle vocali non labializzate). Ha un allofono ancora più anteriore [ ɯ+ ] dopo [s z ts dz ]. Trascriveremo sempre [ ɯ ].
es. ue, 上: / ue / > [ ɯE ]      

Il fonema / e / è una vocale palatale non labializzata di apertura intermedia tra [ e ] ed [ ɛ ]. Trascriveremo [E].
es. e, 絵: / e / > [ E ]

Il fonema / o / è una vocale velare labializzata, di apertura intermedia tra [ o ] e [ ɔ ]. Trascriveremo [ σ ]. Si noti che è l'unica vocale giapponese labializzata. 
es. otoko, 男: / otoko / > [ σtσkσ]

pagina 17

QUADRILATERO VOCALICO

  (labio)palatali(labio)prevelari (labio)velari
 alte
 i   ɯ+ ɯ
      
      
 E  σ 
      
   a  
  semialte
  medioalte
  mediobasse
  semibasse
  basse

Le vocali brevi finali ( = prima di pausa ), soprattutto se enfatiche, possono essere seguite da un colpo di glottide reso graficamente con { っ } o, in caratteri latini (ローマ字), con il segno di breve. 
es. (da Vance) :

Yamato ga kieta zŏ!
やまとがきえたぞっ。
[ jamatσ ŋa kiEta dzσʔ ]

VOCALI LUNGHE

Le vocali lunghe non hanno particolari differenze di grado di apertura rispetto a quelle brevi.
es. :
/ aa / >[ a: ]   お母さん : / okaasaN />[ σka:saɯ̃ ]
/ ii / >[ i: ]   お兄さん : / oniisaN />[ σnʲi:saɯ̃ ]
/ uu />[ɯ: ]   夫婦 : / huuhu />[ ɸɯ:ɸɯ̥ ]
/ ee / >[ E: ]  お姉さん : / oneesaN />[ σnE:saɯ̃ ]
/ oo />[ σ: ]  お父さん : / otoosaN />[ σtσ:saɯ̃ ]

pagina 18

All'interno di morfema / ei / è diventato [ E: ] alla fine del XVIII secolo.

Attualmente :
{ えい }: / ei / > [ E: ], p. es.景気 / keiki / > [ kE:ki ] (i tempi)
{ えい }: / ei / > [ Ei ] in pronuncia lenta e "accurata", per esempio per insegnare parole nuove ai bambini.

{ ええ } o { エー }: / ee / > [ E: ] sempre :

es. ケーキ: / keeki / > [ kE:ki ] ( dolce )
お姉さん: / oneesaN / > [ σnE:saɯ̃ ]

All'interno di morfema si ha anche
{ おお }: / oo / > [ σ: ]
e { おう } : / oo / > [ σ: ]

Però se c'è confine di morfema sia { えい } che { おう } si pronunciano con i due fonemi separati e distinti anche in pronuncia rapida.

Esempi:

毛色 / keiro / > [ kEiɾσ]
子牛 / kousi / > [kσɯɕi ]
争う / arasou / > [ aɾasσɯ ]

Lo stesso avviene, anche all' interno di morfemi, in prestiti recenti da lingue straniere.

es. :

スペイン / supeiN /  > [ sɯ̥pEiɯ̃]
ソウル (=Seoul) / souru / > [ sσɯɾɯ ]

VOCALI DESONORIZZATE

/ i / e / u / hanno degli allofoni desonorizzati [ i ̥] ed [ ɯ̥ ], quando si trovano tra due consonanti sorde, per lo più in sillaba non accentata. / u / tende a desonorizzarsi anche dopo consonante sorda prima di pausa.

pagina 19

Nel discorso rapido possono scomparire del tutto (mentre possono desonorizzare anche altre vocali in contesto sordo).     
es. :
kuchi 口: / kuti / > [ kɯ̥tɕi ]
bungaku文学 : / buNgaku / > [ bɯŋ:ŋakɯ̥ ]

CONSONANTI

OCCLUSIVE

Come in italiano le occlusive non sono aspirate.

/ p b / sono occlusive bilabiali, sorda e sonora [ p b ].
es. :
勉強 : / beNkyoo / > [ bEŋ:kjσ:]     
日本 : / nippoN /  > [nʲippσɯ̃ ]
Il fonema / b / è talora reso con l'approssimante bilabiale [ β ] quando è intervocalico. 

/ t d / sono occlusive dentali, sorda e sonora [ t d ].
es. :
方 : / kata / > [ kata ]
どなた : / donata / > [ dσnata ]
/ t / oltre alla resa normale [ t ] ha due importanti allofoni: affricata dentale [ ts ] davanti a / u / e affricata prepalatale [ tɕ ] davanti a / i y /.
es. 待つ : / matu / > [ matsɯ̥ ]
待ちます: / matimasu / > [ matɕimas ]
/ d / davanti a / i, y, u / si comporta come / z / dando [ dz, z, dʑ ] (per la distribuzione di questi allofoni si rimanda alla descrizione di / z /).

/ k g / sono occlusive velari, sorda e sonora; davanti a / i, y / presentano allofoni prevelari. Trascriveremo sempre [ k, g ].
es. :
聞く : / kiku /   > [ ki ̥kɯ̥ ]
元気  : / geNki /  > [ gEŋ:ki ]

pagina 20

Il fonema / g / viene nasalizzato in [ ŋ ] quando non è iniziale di parola. C'è però una forte tendenza, soprattutto fra i giovani, a sostituire [ ŋ ] con il fricativo velare non nasalizzato [ γ ].
es. :
右 : / migi / > [ miŋi ] o [ mi γi ]
La realizzazione di / g / come [ ŋ ] presenta alcuni problemi e soprattutto non è chiaro se [ ŋ ] vada considerato un allofono di /g/ o un vero fonema / ŋ /. In effetti si hanno alcuni casi in cui / g / > [g] anche non iniziale di parola (da Vance):

  1. nei composti /g/ tende ad essere realizzato come /g/ soprattutto se iniziale di un secondo elemento che esiste come parola indipendente.
    es. :
    日本銀行 : / nippoNgiNkoo / > [ nʲippσɯ̃giŋ:kσ: ]
  2. /g/ > [ g ] dopo i prefissi onorifici / o / e / go /.
    es. :
    お元気 : / ogeNki / > [ σgEŋ:ki ]
  3. Il morfema / go / = "cinque" è sempre [ gσ ], il che porta a delle coppie minime in opposizione ed è a favore della fonologizzazione di [ ŋ ] in / ŋ /.
    es. :
    quindici, 十五: / zyuugo / > [dʑɯ:gσ ]
    il fronte interno, le retrovie 銃後: / zyuuŋo / > [dʑɯ:ŋσ ]
  4. in avverbi onomatopeici raddoppiati.
    es. :
    がらがら: / garagara / > [gaɾagaɾa ]
    in がらがらと笑う garagara to warau = ridere a crepapelle.

FRICATIVE

Il fonema / s / è una fricativa solcata dentale sorda [ s ]. Ha come allofono la fricativa solcata prepalatale [ ɕ ] davanti a / i y /.
es. :
出す : / dasu / > [ dasɯ ]
出します : / dasimasu / > [ daɕimas ]

La resa più normale di / z / che si ha per lo più iniziale di parola o dopo nasale sillabica o in pronuncia elaborata o attenta è quella di una affricata dentale sonora [ dz ]. La fricativa solcata dentale sonora [ z ] si ha per lo più

pagina 21

in pronuncia rapida o come resa di / z / intervocalico. Davanti a / i, y / si ha l'affricata prepalatale sonora [ dʑ ], perdendosi l'opposizione con / d /.
es. :
残念 : / zaNneN / > [ dzan:nEɯ̃ ]     
風 : / kaze / > [ kazE ]
時間 : / zikaN / > [ dʑikaɯ̃ ]

Il fonema / h / è reso normalmente come approssimante laringale sordo [ h ] (diventando spesso sonoro [ ɦ ] se intervocalico, in pronuncia non attenta). Ha però due importanti allofoni:
- l'approssimante bilabiale [ ɸ ] davanti a / u /;
- l'approssimante dorso-palatale [ H ] davanti a / i, y /.
es. :
母 : / haha / > [ haha ]
人: / hito / > [ Hi ̥tσ ]
船: / fune / > [ ɸɯ̥nE ]

VIBRANTI

Il fonema / r / è un monovibrante apico-alveolare [ɾ ] (palatalizzato davanti a / i, y /). Presenta però molte variazioni individuali e spesso è un monovibrante apico-alveolare lateralizzato [ ɺ ].
es. :
村 : / mura / > [ mɯɾa ]

NASALI

Il fonema / m / è una nasale bilabiale [ m ], è palatalizzata davanti a / i, y /.
es. :
胸 : / mune / > [ mɯnE ]

Il fonema / n / è una nasale dentale; davanti a / i, y / è dorso-prepalatale [ nʲ ]. 
es.: 布 : / nuno / > [ nɯnσ ]
何 : / nani / > [ nanʲi ]

pagina 22

Il fonema / N / è nella sua forma più caratteristica una nasale uvulare sillabica [・]. Presenta però un gran numero di allofoni:


es. :  
本: / hoN / > [ hσN̩ ], [ hσɯ̃ ]
伝来 : / deNrai / > [dEN̩ɾai ], [ dEɯ̃ɾai ]
親愛 : / siNai / > [ ɕiN̩ai ], [ ɕiɯ̃ai ]
運送 : / uNsoo / > [ ɯN̩sσ: ], [ ɯɯ̃sσ: ]
今晩は : / koNbanwa / > [ kσm̩baN̩ɰa ], [ kσm:baɯ̃ɰa ]
検温 : / keNoN / > [ kEN̩σN̩ ], [ kEũσɯ̃ ]
店員 : / teNiN / > [ tEN̩iN̩ ], [ tEĩiɯ̃ ]
禁煙 : / kiNeN / > [ kiN̩EN̩ ], [ kiĩEɯ̃ ]
本屋: / hoNya / > [hσN̩ja ], [ hσĩja ]
変化 : / heNka / > [ hEŋ̍ka ], [ hEŋ:ka ]

pagina 23


案内 : / aNnai / > [ an̩nai ], [ an:nai ]
山脈 : / saNmyaku / > [ sam̩mjakɯ̥ ], [ sam:mjakɯ̥ ]
三人 : / saNniN / > [ san̩ʲnʲiN̩ ], [ sanʲ:nʲiɯ̥ ]
金魚 : / kiNgyo / > [ kiŋ̍ŋjσ ], [ kiŋ:ŋjσ ]

GLIDE

Il fonema / y / è reso normalmente con l'approssimante palatale sonoro / j /. Si può trovare soltanto davanti a / a, o, u /. Come si è detto, quando il fonema / y / viene subito dopo uno dei fonemi / s, t, n, h, z / si fonde con il fonema precedente dando un unico fono palatalizzato [ ɕ, tɕ, nʲ, H, ʑ ].


es. :
宿: / yado / > [ jadσ ]
旅行: / ryoko: / > [ ɾjσkσ: ]
紹介 : / syookai / > [ ɕσ:kai ]

Il fonema / w /, che si trova solo davanti a / a /, è un approssimante velare sonoro non labializzato [ ɰ ], oppure un approssimante labiodentale sonoro [υ].
es. :
わたしは: / watasiwa / > [ ɰataɕiɰa ],[ υataɕiυa ]

A questo punto si può completare la tabella degli allofoni del sistema fonologico giapponese tradizionale (vedi tabella 6) aggiungendo gli altri allofoni ora considerati con le principiali varianti.

pagina 24

TABELLA 7

Fonemi della lingua giapponese - varietà conservativa

/ a />[ a ]
/ i />[ i, i ̥ ]
/ u />[ ɯ, ɯ̥]
/ e />[ E ]
/ o />[ σ ]
/ k />[ k ]
/ s />[ s, ɕ ]
/ t />[ t , ts, tɕ ]
/ n />[ n, nʲ ]
/ h />[ h, ɸ, H, ɦ ]
/ m />[ m ]
/ y />[ j ]
/ r />[ ɾ , ɺ ]
/ w />[ ɰ, υ ]
/ g />[ g, ŋ, γ ]
/ z />[ dz, z, dʑ, ʑ ]
/ d />[ d, dz, z, dʑ, ʑ ]
/ b />[ b, β ]
/ p />[ p ]
/ N />[ N̩, m̩, n̩, n̩ʲ, ŋ̍, ɯ̃, ũ, ĩ, m:, n:, nʲ:, ŋ: ]

pagina 25

KATAKANA E VARIETA' INNOVATIVA

Abbiamo più volte accennato al fatto che l'introduzione massiva di prestiti stranieri (gairaigo, 外来語) ha causato uno stravolgimento completo del sistema fonologico giapponese tradizionale con la comparsa di molti nuovi suoni prima impossibili e la fonologizzazione di vari suoni che prima erano soltanto allofoni di altri fonemi, venendosi a costituire una nuova varietà fonologica che chiameremo varietà innovativa, in contrasto con la varietà conservativa finora considerata.

Bisogna comunque dire che mentre molti dei nuovi suoni sono ormai abitualmente pronunciati dal giapponese medio, per i suoni più anomali può capitare continuamente di sentire nella stessa parola suoni diversi secondo se il parlante si avvicina di più alla varietà conservativa o a quella innovativa. Considerato che le parole straniere vengono scritte in giapponese con un apposito alfabeto sillabico, il katakana (カタカナ), può essere interessante confrontare la tabella 5 dell'hiragana con la tabella 8 del katakana e si vedrà la comparsa di numerose sillabe prima inesistenti (quelle sottolineate) corrispondenti ai suoni nuovi. la trascrizione usata nella tabella 8 è quella Hepburn visto che il sistema Kunrei-shiki, proprio per il fatto di corrispondere all'hiragana e al sistema fonologico giapponese tradizionale non distinguendo, per esempio, tra [ h ] e [ ɸ] o tra [ t ] e [ tɕ ], è insufficiente a descrivere la varietà innovativa della pronuncia del giapponese moderno.

pagina 26

TABELLA 8

Katakana e varietà innovativa
del sistema fonologico giapponese


a

ka

sa
シャ
sha

ta
チャ
cha
ツァ
tsa

na

ha
ファ
fa

i

ki
 
shi
ティ
ti

chi
 
ni

hi
フィ
fi

u

ku

su
シュ
shu
トゥ
tu
チュ
chu

tsu

nu
 
fu

e

ke

se
シェ
she

te
チェ
che
ツェ
tse

ne

he
フェ
fe

o

ko

so
ショ
sho

to
チョ
cho
ツォ
tso

no

ho
フォ
fo


ma

ya

ra

wa

ga

za
ジャ
ja

da

ba

pa

mi
 
ri
ウィ
wi

gi
 
ji
ディ
di

bi

pi

mu

yu

ru
 
gu

zu
ジュ
ju
ドゥ
du

bu

pu

me
イェ
ye

re
ウェ
we

ge

ze
ジェ
je

de

be

pe

mo

yo

ro
ウォ
wo

go

zo
ジョ
jo

do

bo

po

pagina 27

キャ
kya
ニャ
nya
ヒャ
hya
ミャ
mya
リャ
rya
ギャ
gya
ビャ
bya
ピャ
pya
キィ
kyi
ニィ
nyi
ヒィ
hyi
ミィ
myi
リィ
ryi
ギィ
gyi
ビィ
byi
ピィ
pyi
キュ
kyu
ニュ
nyu
ヒュ
hyu
ミュ
myu
リュ
ryu
ギュ
gyu
ビュ
byu
ピュ
pyu
キェ
kye
ニェ
nye
ヒェ
hye
ミェ
mye
リェ
rye
ギェ
gye
ビェ
bye
ピェ
pye
キョ
kyo
ニョ
nyo
ヒョ
hyo
ミョ
myo
リョ
ryo
ギョ
gyo
ビョ
byo
ピョ
pyo

テャ
tya
デャ
dya
フャ
fya
ヴァ
va
クァ
kwa
グァ
gwa
      ヴィ
vi
クィ
kwi
グィ
gwi
テュ
tyu
デュ
dyu
フュ
fyu

vu
   
      ヴェ
ve
クェ
kwe
グェ
gwe
テョ
tyo
デョ
dyo
フョ
fyo
ヴォ
vo
クォ
kwo
グォ
gwo

pagina 28

アー
ā
イー
ii
ウー
ū
エー
ē
オー
ō
カー
サー
ガー
キャー
kyā
.....
.....


n, n', m, m'
 

p, t, k, s

La tabella 8 è comunque in continua evoluzione e può sempre essere completata con suoni nuovi combinando caratteri già esistenti. Si potranno indicare, per esempio, le pronunce [ si, tsi, zi ], molto difficili per i giapponesi, con i segni {セィ}, {ツィ}, {ゼィ}.

Dal confronto tra la tabella 5 e la tabella 8 emerge subito la comparsa dei nuovi fonemi / š, č, c, f, ž / che sono cinque dei fonemi aggiuntivi usati da Vance rispetto a quelli della tabella 7 e vengono resi con [ ɕ, tɕ, ts, ɸ, dʑ ], già considerati allofoni di / s, t, t, h, z / nella varietà conservativa. Si ha inoltre il fonema / v /, reso con la fricativa labiodentale sonora [ v ] da quei giapponesi che riescono ad imitare il corrispondente suono delle lingue occidentali.

Possiamo a questo punto considerare allora una nuova tabella dei fonemi giapponesi della varietà innovativa. 

pagina 29

TABELLA 9

Fonemi della lingua giapponese - varietà innovativa

/ a />[ a ]
/ i />[ i, i ̥ ]
/ u />[ ɯ, ɯ̥]
/ e />[ E ]
/ o />[ σ ]
/ k />[ k ]
/ s />[ s ]
/ š />[ ɕ ]
/ t />[ t ]
/ č />[ tɕ ]
/ c />[ ts ]
/ n />[ n, nʲ ]
/ h />[ h, H, ɦ ]
/ f />[ ɸ ]
/ m />[ m ]
/ y />[ j ]
/ r />[ ɾ , ɺ ]
/ w />[ ɰ, υ ]
/ g />[ g, ŋ, γ ]
/ z />[ dz, z ]
/ ž />[ dʑ ]
/ d />[ d ]
/ b />[ b, β ]
/ p />[ p ]
/ N />[ N̩, m̩, n̩, n̩ʲ, ŋ̍, ɯ̃, ũ, ĩ, m:, n:, nʲ:, ŋ: ]
/ v />[ v ]

pagina 30

L'ACCENTO

Diversamente dalla maggior parte delle lingue occidentali moderne, che hanno un accento intensivo, la lingua giapponese ha un accento tonale. Quando si considera il tono di una sillaba in fonetica generalmente si divide il campo di variazione dell' altezza in tre fasce,distinguendo sillabe alte [ ׁs ], medie [ s ] e basse [ .s ].

Se esaminiamo le variazioni di tono della lingua giapponese vediamo che in tonia normale queste rimangono sempre nelle due fasce inferiori. Si possono distinguere due tipi di sillabe: sillabe alte (foneticamente medie), nella parte superiore della fascia media, e sillabe basse, nella parte superiore della fascia bassa.

Considerando allora la successione tra sillabe alte e sillabe basse nelle parole giapponesi vediamo che si possono distinguere quattro tipi di parole :

  1. tipo heiban (平板, piatto, monotono) in cui la prima sillaba è bassa, la seconda è alta e il tono rimane alto su tutte le sillabe successive (comprese eventuali particelle enclitiche);
  2. tipo kifuku-atamadaka (起伏頭高, ondulato a testa alta) in cui la prima sillaba è alta, il tono si abbassa sulla seconda e rimane basso su tutte le sillabe seguenti comprese le eventuali particelle enclitiche;
  3. tipo kifuku-nakadaka (起伏中高, ondulato a centro alto) in cui la prima sillaba è bassa e dalla seconda in poi il tono è alto per tornare basso in una sillaba qualsiasi e rimanerlo nelle sillabe seguenti;
  4. tipo kifuku-odaka (起伏尾高, ondulato a coda alta) in cui la prima sillaba è bassa, dalla seconda all'ultima sono tutte alte tornando però basse le eventuali particelle enclitiche.

Da un punto di vista fonologico si può dire che è pertinente il punto di passaggio dalla sillaba alta a quella bassa e possiamo considerare accentata l'ultima sillaba alta che precede la prima sillaba bassa.

Si avrà allora, considerando parole di quattro sillabe ( s ) seguite da una particella enclitica ( e ) :

TIPO HEIBAN = parole senza accento:
/ s s s s e / > [ .s s s s e ]

TIPO KIFUKU-ATAMADAKA = parole con accento sulla prima sillaba:
/ s̀ s s s e / > [ s .s .s .s .e ]

pagina 31

TIPO KIFUKU-NAKADAKA = parole con accento in una sillaba interna:
/ s s̀ s s e / > [ .s s .s .s .e ]
/ s s s̀ s e / > [ .s s s .s .e]

TIPO KIFUKU-ODAKA = parole con accento sull'ultima sillaba:
/ s s s s̀ e / > [ .s s s s .e]

L'accento giapponese, pur essendo tonico, è però accompagnato, come carattere ridondante, da differenze d'intensità. La sillaba fonologicamente accentata è per lo più anche intensa. L'intensità però può spesso spostarsi su altre sillabe se costituite da dittongo, vocale lunga o vocale breve seguita da / N /, sillabe che sono di norma intense nelle parole senza accento fonologico.In parole senza né accento né sillabe di detto tipo tende ad essere intensa la prima sillaba alta (cioè la seconda sillaba della parola).

Esempi:

naso, 鼻: / hana ga / > [ .ha'naŋa ]
estremità, 端: / hàna ga / > [ 'ha.na.ŋa]
fiore, 花: / hanà ga / > [ .ha'na.ŋa]

Esempi da Canepari:

事 : / kotò / > [ .kσ'tσ ]
御飯: / gòhaN / > [ 'gσ.haɯ̃ ] o [gσ_haɯ̃]   

議会: / gìkai / > [ 'gi.kai ] o [ gi_kai ]

賛成: / sansei / > [ .saɯ̃'sE: ] o [ _saɯ̃sE: ]

大阪: / oosaka / > [ _σ:saka ]

pagina 32

UN PROGRAMMA IN LINGUAGGIO PASCAL PER FARE TRASCRIZIONI FONETICHE IPA DELLA LINGUA GIAPPONESE

Quello che segue è un programma in Pascal, da compilare con il "Turbo Pascal Compiler, version 3.01A" per PC IBM e compatibili della Borland International. Partendo dal principio che una trascrizione fonetica larga,soprattutto per parole isolate, è in gran parte univoca (al punto che i dizionari fonetici danno per lo più una sola trascrizione per ogni parola) si è pensato di realizzare un programma che facesse per noi il lavoro applicando le regole date trattando della fonologia e fonetica giapponese; questo programma è stato poi utilizzato per la grande maggioranza delle trascrizioni fonetiche giapponesi presentate in questo studio.

Il programma richiede come input un file ASCII in trascrizione Hepburn o Kunrei-shiki o nella trascrizione fonematica qui usata. Dà come output un file in trascrizione fonetica IPA usando i caratteri fonetici creati appositamente per questo studio con l'editor e word processor per testi giapponesi "EW+ver. 2.00" della ITL Inc. che consente di creare 188 caratteri, oltre quelli giapponesi, latini (mancano i caratteri con accenti o altri segni diacritici) e cirillici già presenti nel programma.

Naturalmente il file di output va letto o stampato con questo word processor. Il programma è comunque facilmente modificabile ed adattabile a qualsiasi altro programma che codifichi i caratteri fonetici per mezzo di uno o più caratteri ASCII; infatti è stato creato come costante un array di stringhe che contiene tutti i codici dei caratteri fonetici usati e ogni volta che serve un carattere nel corso del programma si fa riferimento a questo array. Perciò per adattare il programma a un altro word processor è sufficiente modificare questo array di stringhe (quattro righe) lasciando immodificato il programma.

Questo programma di trascrizione fonetica è costituito in modo che in ogni momento vengono tenuti presenti, oltre al carattere che si sta trascrivendo, i quattro caratteri precedenti e i tre successivi in modo da dare una trascrizione che tenga conto del contesto.

Grazie alla possibilità del linguaggio Pascal di creare procedure e funzioni che possono essere richiamate più volte nel corso del programma, sono state create funzioni come "intervocalico", "in contesto sordo", e simili, che consentono di dire con semplicità al programma di trascrivere un carattere in un dato modo soltanto se è, per esempio, intervocalico.

La parte centrale del programma viene ad essere costituita perciò da un elenco di caratteri per ognuno dei quali viene data, in maniera molto semplice eleggibile anche per chi non conosca il Pascal, la trascrizione in base al

pagina 33

contesto. Questa parte centrale è facilmente modificabile per correggere o integrare il programma senza alterarne la struttura fondamentale.

Il testo del programma qui presentato è stato stampato con il word processor EW+ in modo da consentire la stampa dei caratteri fonetici dell'array di stringhe creato. Non si rimanga perciò perplessi di fronte ad alcuni ideogrammi inseriti nel programma: dato che il word processor EW+ non ha i normali caratteri accentati, questi vengono sostituiti nel testo dagli ideogrammi ai quali attribuisce gli stessi codici ASCII.


program trasc;


var filein : file of char;
fileout : text;
par_uno, par_due, nfilein, nfileout : string[127];
cont1, cont2 : integer;
type nome = string[127];

function esiste(nomefile:nome):boolean;
var fil : file;
begin
assign (fil,nomefile);
(*$I-*)
reset (fil);
close (fil);
(*$I+*)
esiste := (IOresult = 0)
end;

procedure parametri;
var lineacom : string[127] absolute cseg:$80;
par : string[127];
ch : char;
num_par, cont_sp, contA, contB, contsp1, contsp2 : byte;
continua : boolean;
type st = string[127];

pagina 34


function no_par(str : st) : boolean;

begin
if length(str) = 0 then no_par := true
else no_par := false
end;


procedure leggi_spazi;
begin
cont_sp := 1;
ch := lineacom[contA];
while ch = ' ' do
begin
ch := lineacom[contA];
contA := contA +1;
cont_sp := cont_sp + 1
end;
contA := contA - 2;
cont_sp := cont_sp - 2;
if contA = 255 then contA := 0;
if cont_sp = 255 then cont_sp := 0;
end; (* leggi_spazi *)

procedure niente_parametri;
begin
num_par := 0;
writeln ('Questo programma ha come input un file ASCII in trascrizione fonematica');
writeln ('o in sistema Kunrei-shiki o in sistema Hepburn e come output un file');
writeln ('identico al primo ma in trascrizione fonetica IPA.');
writeln;
writeln ('Il file di output 魁 un file ASCII ma va esaminato con l''editor');
writeln ('giapponese EW+.');
writeln;
writeln ('Bisogna dare come parametri i nomi del file di input e del file di output');
writeln;

pagina 35

writeln;
writeln ('Per esempio per creare un file di nome FONETICA.SAN');
writeln ('a partire dal file KUNREI.SAN, bisogna digitare :');
writeln;
writeln ('                       TRASC KUNREI.SAN FONETICA.SAN');
halt
end; (* niente_parametri *)

procedure un_parametro_solo;
begin
writeln ('Digitare il nome che si vuole dare al file che sarà creato e che corrisponderà);
writeln ('alla trascrizione fonetica di ',par_uno);
writeln;
readln (par_due)
end; (* un_parametro_solo *)

procedure lettura_parametro;
begin
contB := contA+1;
while not ((lineacom[contB] = ' ') or (contB=(length(lineacom))+1)) do
begin
par[contB-contA] := lineacom[contB];
contB := contB+1 end;
par[0] := chr(contB-contA-1); (* impone la lunghezza di par *)
if contB=(length(lineacom))+1 then continua := false
else continua := true
end; (* lettura_parametro *)

begin
if no_par(lineacom) then niente_parametri
else
begin
contA := 1;
leggi_spazi;
lettura_parametro;
par_uno := par;
if length(par_uno) = 0 then niente_parametri

pagina 36

else
begin
contsp1 := cont_sp;
if continua then
begin
contA := contB;
leggi_spazi;
lettura_parametro;
par_due := par;
contsp2 := cont_sp;
num_par := 2
end
else
begin
num_par := 1;
un_parametro_solo
end;
end;
end;
end; (* parametri *)


procedure apertura_file;
var risposta : char;

function size0(nomefile: nome) : boolean;
var fil : file;
begin
if esiste(nomefile) then
begin
assign (fil,nomefile);
reset (fil);
size0 := (filesize(fil) = 0);
close (fil)

end
else
size0 := false;
end;

pagina 37

begin
while ((not esiste(par_uno)) or (size0(par_uno))) do
begin
writeln;
if not esiste(par_uno)
then writeln ('Il file ',par_uno,' non esiste')
else
if size0(par_uno) then writeln ('Il file ',par_uno,' ha dimensione 0');
writeln;
writeln ('Scegli fra le seguenti opzioni :');
writeln (' 1 - Cambio nome al file di input;');
writeln (' 2 - Uscita dal programma.');
writeln;
repeat
read (kbd,risposta)
until risposta in ['1'..'2'];
case risposta of
'1' : begin
writeln ('Digita il nuovo nome del file di input.');
writeln;
readln (par_uno);
writeln;
end;
'2' : halt
end;
end;


if esiste(par_due) then
repeat
writeln ('Il file ',par_due,' già esiste');
writeln;
writeln ('Scegli fra le seguenti opzioni :');
writeln (' 1 - Il file ',par_due,' sarà sovrascritto dal nuovo file;');
writeln (' 2 - Cambio nome al file di output;');
writeln (' 3 - Uscita dal programma.');
writeln;
repeat

pagina 38

read (kbd,risposta)
until risposta in ['1'..'3'];
case risposta of
'1' : (* istruzione vuota *) ;
'2' : begin
writeln ('Digita il nuovo nome del file di output.');
writeln;
readln (par_due);
writeln;
end;
'3' : halt
end;
until (not esiste(par_due)) or (risposta = '1');
assign (filein,par_uno);
assign (fileout,par_due);
reset (filein);
rewrite (fileout)
end; (* apertura_file *)


procedure trasformazione;

const ipa : array [1..45]of string[2] =

("a", "i", "ɯ", "E", "σ", "k", "s", "t", "n", "h", "m", "j", "ɾ", "ɰ", "g",
"z", "d", "b", "p", "N̩", "i ̥", "ɯ̥", "ɕ", "nʲ", "ɸ", "H", "ɦ", "ɺ", "υ", "ŋ",
"γ", "ʑ", "β", "m̩", "n̩", "n̩ʲ", "ŋ̍", "ɯ̃", "ũ", "ĩ", ":", " ", "c", "v", "l");


var
ch4prima, ch3prima, ch2prima, chprima, ch, chdopo,
ch2dopo, ch3dopo, ch4dopo, exchdopo : char;
cont, caratteri_sostituiti : integer;
da_ripristinare, appena_desonorizzato : boolean;

type car = char;

function finale(ca:car): boolean;
begin
finale := ((chdopo in [' ','.',',',';',':','?','!',
'(',')','[',']','|'])

pagina 39

or (chdopo = chr(13)));
end;

procedure sostituzione;
var accento : boolean;
dopo, dopo1 : char;


function postvocalico(ca:car): boolean;
begin
postvocalico :=
(chprima in ['a','i','u','e','o'])
end;

function prevocalico(ca:car): boolean;
begin
prevocalico :=
(chdopo in ['a','i','u','e','o']);
end;


function intervocalico(ca:car): boolean;
begin
intervocalico := prevocalico(ca) and postvocalico(ca)
end;

function dopo_sorda(ca:car): boolean;
begin
dopo_sorda :=
chprima in ['h','p','t','k','f','s','h']
end;

function prima_di_sorda(ca:car): boolean;
begin
prima_di_sorda :=
chdopo in ['h','p','t','k','f','s','h','c'];
end; 
function in_contesto_sordo(ca:car): boolean;

pagina 40

begin
in_contesto_sordo :=
dopo_sorda(ca) and prima_di_sorda(ca)
end;

procedure se_dopo_shifta;
begin
da_ripristinare := false;
if chdopo in[dopo,dopo1] then begin
exchdopo := chdopo;
chdopo := ch2dopo;
ch2dopo := ch3dopo;
da_ripristinare := true
end
end; (* se_dopo_shifta *)

procedure ripristina_shiftato;
begin
if da_ripristinare then
begin
ch2dopo := chdopo;
chdopo := exchdopo;
end;
end; (* ripristina_shiftato *)

procedure enne_sillabica;
begin
dopo := ' ';
dopo1 := '''';
se_dopo_shifta;
if (chdopo in ['a','u','s','h','r','w']) then
write (fileout,ipa[38]);
if (chdopo = 'o') then
write (fileout,ipa[39]);
if (chdopo in ['i','e','y']) then
write (fileout,ipa[40]);
if (chdopo in ['m','b','p']) then
write (fileout,ipa[11],ipa[41]);
if (chdopo in ['t','d','n','z']) then

pagina 41

begin
if ch2dopo in ['i','y']
then write (fileout,ipa[24],ipa[41])
else write (fileout,ipa[9],ipa[41])
end;
if (chdopo in ['k','g']) then
write (fileout,ipa[30],ipa[41]);
if (chdopo in ['a','u','s','h','r','w','o','i','e',
'y','m','b','p','t','n','z','d','k','g']) =
false then
write (fileout,ipa[38]);

ripristina_shiftato
end; (* enne_sillabica *)

procedure trascrizione_u;
begin
if not (( ch4prima in ['i','e']) and (ch3prima='m') and (ch2prima='a')
and (chprima ='s') and finale(ch))
then
begin
dopo := ' ';
se_dopo_shifta;
if ch = chprima
then
begin
write (fileout,ipa[41]);
appena_desonorizzato := false
end
else
if accento = false
then
begin
if in_contesto_sordo(ch)
or (finale(ch) and dopo_sorda(ch))
then
begin
if appena_desonorizzato = false
then

pagina 42

begin
write (fileout,ipa[22]);
appena_desonorizzato := true
end
else
begin
write (fileout,ipa[3]);
appena_desonorizzato := false
end;
end
else
begin
write (fileout,ipa[3]);
appena_desonorizzato := false
end;
end
else write (fileout,ipa[3]);
ripristina_shiftato
end
end; (* trascrizione_u *)

procedure trascrizione_i;
begin
if ((chprima = 'e') or (ch = chprima))
then
begin
write (fileout,ipa[41]);
appena_desonorizzato := false
end
else
begin
if ((in_contesto_sordo(ch)) and (not accento))
then
begin
if appena_desonorizzato = false
then
begin
write (fileout,ipa[21]);
appena_desonorizzato := true

pagina 43

end
else
begin
write (fileout,ipa[2]);
appena_desonorizzato := false
end;
end
else
begin
write (fileout,ipa[2]);
appena_desonorizzato := false
end;
end;
end; (* trascrizione_i *)

procedure trascrizione_z;
begin
if not (intervocalico(ch)
or (postvocalico(ch) and (chdopo = 'y')))
then write (fileout,ipa[17]);
if chdopo in ['i','y'] then write (fileout,ipa[32])
else write (fileout,ipa[16]);
end; (* trascrizione_z *)


begin
accento := false;
case ch of
'a' : if ch = chprima then write (fileout,ipa[41])
else write (fileout,ipa[1]);
'i' : trascrizione_i;
'后 : begin
accento := true;
trascrizione_i;
accento := false
end;
'u' : trascrizione_u;
'諭 : begin
accento := true;

pagina 44

trascrizione_u;
accento := false
end;
'e' : if ch = chprima then write (fileout,ipa[41])
else write (fileout,ipa[4]);
'o' : if ch = chprima then write (fileout,ipa[41])
else write (fileout,ipa[5]);
'k' : write (fileout,ipa[6]);
's' : if chprima = 't' then write (fileout,ipa[7])
else
begin
dopo := 's';
se_dopo_shifta;
if chdopo in ['i','y','h']
then write (fileout,ipa[23])
else write (fileout,ipa[7]);
ripristina_shiftato
end;
't' : case chdopo of
'i' : write (fileout,ipa[8],ipa[23]);
'y' : write (fileout,ipa[8],ipa[23]);
'u' : write (fileout,ipa[8],ipa[7]);
'諭 : write (fileout,ipa[8],ipa[7]);
else write (fileout,ipa[8])
end;
'c' : if chdopo = 'h' then write (fileout,ipa[8],ipa[23])
else write (fileout,ipa[43]);
'n' : begin
if (chdopo = 'i') then
write (fileout,ipa[24]);
if (chdopo = 'y') then
write (fileout,ipa[24]);
if (chdopo in ['a','u','e','o']) then
write (fileout,ipa[9]);
if not (chdopo in ['i','y','a','u','e','o']) then
enne_sillabica
end;
'h' : if not (chprima in ['s','c']) then
case chdopo of

pagina 45


'i' : write (fileout,ipa[26]);
'y' : write (fileout,ipa[26]);
'u' : write (fileout,ipa[25]); else write (fileout,ipa[10])
end;
'm' : if not (chdopo in ['a','i','y','u','e','o'])
then enne_sillabica

else write (fileout,ipa[11]);

'y' : if chprima in ['s','t','n','h','z']
then write(fileout,'')
else write (fileout,ipa[12]);
'r' : write (fileout,ipa[13]);
'w' : write (fileout,ipa[14]);
'g' : if (chprima = ' ') and (chdopo = 'a')

and (ch2dopo = ' ')
then write (fileout,ipa[30])
else if chprima in ['a','i','u','e','o','n','N','''']
then write (fileout,ipa[30])
else write (fileout,ipa[15]);
'z' : trascrizione_z;

'd' : begin
if chdopo in ['i','y','u'] then trascrizione_z
else write (fileout,ipa[17])
end;
'b' : write (fileout,ipa[18]);
'p' : write (fileout,ipa[19]);
'N' : enne_sillabica;
'f' : write (fileout,ipa[25]);
'j' : begin
if not intervocalico(ch) then write (fileout,ipa[17]);
write (fileout,ipa[32]);
end;
'v' : write (fileout,ipa[44]);
'l' : write (fileout,ipa[13]);
'''' : if chprima = 'n' then write (fileout,'')
else write (fileout,'''');
'-' : write (fileout,'');

pagina 46

' ' : if ch = chprima then write (fileout,' ')
else write (fileout,ipa[42]);
else
write (fileout,ch);
end;
caratteri_sostituiti := caratteri_sostituiti + 1;
gotoXY (31,4);
writeln (caratteri_sostituiti);
writeln;

end; (* sostituzione *)

begin
clrscr;
caratteri_sostituiti := 0;
writeln;
writeln ('Il file di input ha ',filesize(filein),' caratteri.');
writeln;
writeln ('Numero caratteri sostituiti:');
writeln;
ch4prima := ' ';
ch3prima := ' ';
ch2prima := ' ';
chprima := ' ';
read (filein,ch);
if filesize(filein) > 1 then read (filein,chdopo)
else chdopo := ' ';
if filesize(filein) > 2 then read (filein,ch2dopo)
else ch2dopo := ' ';
if filesize(filein) > 3 then read (filein,ch3dopo)
else ch3dopo := ' ';
if filesize(filein) > 4 then read (filein,ch4dopo)
else ch4dopo := ' ';
cont := 1;
appena_desonorizzato := false;
repeat
sostituzione;
if finale(ch) then appena_desonorizzato := false;
if ch in['a','e','o'] then appena_desonorizzato := false;

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cont := cont + 1;
ch4prima := ch3prima;
ch3prima := ch2prima;
ch2prima := chprima;
chprima := ch;
ch := chdopo;
chdopo := ch2dopo;
ch2dopo := ch3dopo;
ch3dopo := ch4dopo;
if not eof(filein) then read (filein,ch4dopo)
else ch4dopo := ' ';
until (cont = filesize(filein)+1);
end; (* trasformazione *)

procedure chiusura_file;
begin
close (filein);
close (fileout)
end; (* chiusura_file *)



begin
clrscr;
parametri;
apertura_file;
trasformazione;
chiusura_file;
end.

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PRESTITI STRANIERI NELLA LINGUA GIAPPONESE

Nonostante il Giappone sia un paese insulare e storicamente rimasto a lungo chiuso ed isolato dal resto del mondo, non ha potuto essere esente da quella che è una caratteristica fondamentale di qualsiasi lingua: l'assorbimento di parole straniere.

I prestiti stranieri entrati nella lingua giapponese possono essere suddivisi in due grandi categorie: da una parte le parole cinesi, entrate in gran quantità nella lingua giapponese fin dai primi contatti fra i due popoli, dall'altra i prestiti recenti da lingue occidentali, acquisiti in misura sempre maggiore negli ultimi secoli, soprattutto dalla lingua inglese (più esattamente dalla varietà americana).

La distinzione fra le due categorie di prestiti è evidente e fortissima: i prestiti cinesi sono entrati nella lingua giapponese da moltissimi secoli e sono stati assorbiti in maniera tale da trasformare la lingua in un sino-giapponese (almeno da un punto di vista lessicale) di cui le parole cinesi sono ormai parte integrante. Le parole cinesi si sono adattate completamente al sistema fonologico giapponese o talvolta lo hanno modificato e rinnovato ma questo è successo ormai da tanto tempo che non sono più sentite in nessun modo come parole straniere.

I prestiti stranieri da lingue occidentali vengono invece subito etichettati come tali al punto di essere scritti con un sillabario apposito, il katakana (片仮名). Lo stesso termine gairaigo (外来語), che letteralmente significa "parole venute da lingue straniere", assume per lo più in giapponese il significato ristretto di "prestiti recenti da lingue straniere, per lo più occidentali". La definizione del dizionario kōjien (広辞苑) è "外国語で、国語に用いるようになった語。狭義では、漢語を除く。"( = parole straniere entrate in uso anche nella lingua giapponese. In senso stretto si escludono le parole cinesi). D'altra parte bisogna dire che rientrano a pieno titolo tra i gairaigo i prestiti cinesi più recenti, che vengono scritti in katakana,come rāmen (ラーメン) dal cinese lāmiàn.

PRESTITI RECENTI, PER LO PIU' DA LINGUE OCCIDENTALI,
E LORO ADATTAMENTI AL SISTEMA FONOLOGICO GIAPPONESE

I prestiti recenti da lingue straniere (che qui chiameremo gairaigo,usando la parola nel suo senso ristretto, escludendo le parole cinesi scritte in kanji o in hiragana) possono essere classificati in varie categorie (da 寺本

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Teramoto) secondo il tipo di trasformazioni fonetiche e semantiche che hanno subito :

  1. 直接借入語, chokusetsukariirigo: parole straniere prese in prestito "direttamente", senza alcuna distorsione fonetica o semantica. Possiamo dire che esistono solo in teoria perché ogni parola entrando in un'altra lingua subisce necessariamente delle trasformazioni.
    Il Teramoto riporta tra gli esempi :
    aian (アイアン), da iron. 
  2. 和転語, watengo: parole in cui c'è stata una corruzione della pronuncia originale.
    Es.: redii (レディー), da lady.
  3. 和略語, waryakugo: parole che entrano in giapponese abbreviate, perdendo la parte finale.
    Es.: masu·komi (マス·コミ), da mass communications.
  4. 和転用語, watenyōgo: parole che vengono accettate in giapponese con un significato o modo d'uso diverso da quello della lingua originale.
    Es.: abekku (アベック), dal francese "avec" ( = con), che in giapponese ha assunto il significato di "un giovane con la sua ragazza".
  5. 誤読語, godokugo: parole entrate in giapponese con una pronuncia erronea.
    Il Teramoto riporta l'esempio di :
    guppii (グッピー), da guppy, pronunciato in base alla grafia.
  6. 誤用語, goyōgo: parole entrate in giapponese con una semantica erronea (è comunque opinabile dire quando una parola rientra tra i watenyogo e quando tra i goyogo).
    Il Teramoto riporta l' esempio di :
    toranpu (トランプ), da trump (briscola), usato in giapponese nel significato di "carte".
  7. 和成語, waseigo: parole composte costruite in giapponese a partire da singoli elementi stranieri; se i singoli elementi sono di lingue d'origine diverse si parla di 混成語, konseigo o 混読語, kondokugo.
    Es. vaiorin·koncheruto (ヴァイオリン・コンチェルト) dall'inglese "violin" e dall'italiano "concerto".
  8. 造語, zōgo: parole create in giapponese a partire da parole di moda, parole usate dai mass media, da marchi di fabbrica o altro e sentite dai giapponesi come parole straniere ma non accettate dalle lingue d'origine.
    Il Teramoto riporta l'esempio di :
    hai tiinzu (ハイ・ティーンズ) (high teens), usato in giapponese accanto a reito tiinzu (レイト・ティインズ) (late teens).

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Si possono anche avere parole che appartengono nello stesso tempo a più di uno dei gruppi precedenti.

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STUDIO SULLE CORRISPONDENZE TRA I SUONI DELLE LINGUE STRANIERE
E QUELLI DELLA LINGUA GIAPPONESE E SU COME LE PAROLE STRANIERE
VENGONO ADATTATE AL SISTEMA FONOLOGICO GIAPPONESE

Ogni lingua ha un sistema fonologico con un insieme di fonemi a ognuno dei quali corrispondono uno o più foni (allofoni), realizzazioni fonetiche pratiche del fonema. Se un parlante sente dei suoni estranei alla sua lingua ha la tendenza a confonderli con i suoni della propria lingua e a interpretarli come il più simile dei fonemi della propria lingua. Per esempio, esistono infiniti suoni intermedi tra [ e ] e [ i ], più aperti di [ i ] e più chiusi di [ e ]. Un italiano non ha fonemi intermedi fra i due e interpreterà ogni suono intermedio come / e / o come / i /. Praticamente si possono immaginare due caselle vicine, corrispondenti a / e / e a / i /, ogni suono intermedio cadrà in una o nell'altra casella. La parola inglese bit [ bɪt ] sarà interpretata, anche per influsso della grafia, come / bit / e ripetuta come [ bit ], distorcendo la fonetica inglese e adattandola a quella italiana. Nello stesso modo tutte le parole straniere entrate nella lingua giapponese sono state adattate al sistema fonologico giapponese dovendo ognuno dei loro suoni essere sostituito da uno dei fonemi giapponesi.

Quello che si propone questo studio è di studiare come le parole straniere vengono adattate al sistema fonologico giapponese e cercare di scoprire, per quanto possibile, delle regole fisse applicabili anche ad ulteriori casi non presi in esame.

Come base per questo studio si prenderanno in esame le parole del gendai gairaigo shōjiten (現代外来語小辞典) di Teramoto (寺本) che contiene circa 11.000 voci in katakana, in grande maggioranza di origine inglese (o americana, che non viene distinta). Sono state contate 977 voci non inglesi, come indicato nella tabella seguente.

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VOCI DEL GAIRAIGOSHOJITEN DI TERAMOTO
Linguanumero di voci  percentuale delle voci
del dizionario
 
Inglesecirca 10.00090.91%
Francese3483.16%
Tedesco2832.57%
Italiano940.85%
Russo430.39%
Olandese420.38%
Cinese360.33%
Latino340.31%
Spagnolo310.28%
Greco230.21%
Portoghese190.17%
Coreano80.07%
Hawaiano40.04%
Sanscrito40.04%
Ainu10.01%
Danese10.01%
Ebraico10.01%
Eschimese10.01%
Finlandese10.01%
Persiano10.01%
Svedese10.01%
Turco10.01%
Totale voci non inglesi : 977
 

Esamineremo singolarmente le lingue per le quali abbiamo un numero di voci sufficienti e per le quali è possibile studiare la resa giapponese fonema per fonema. Lo studio si limiterà comunque ad un massimo di 200 parole per lingua e verrà effettuata una scelta basata in parte sul caso e in parte sulla selezione delle parole più comuni e di parole che consentano di avere esempi, per quanto possibile, anche dei fonemi più rari.

Per le lingue per le quali non si hanno a disposizione abbastanza parole si farà invece uno studio generale considerando la corrispondenza tra foni di lingue straniere (includendo quelli delle lingue studiate singolarmente) e

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fonemi giapponesi.

Negli esempi si porranno, accanto alla parola della lingua d'origine e a quella giapponese, le trascrizioni fonematiche nelle due lingue e la trascrizione fonetica della parola giapponese; per quanto riguarda la trascrizione fonematica giapponese ci si è basati sulla varietà conservativa ogni volta che la parola risponde alle caratteristiche tradizionali della lingua giapponese, su quella innovativa, ogni volta che se ne discosta. In quest'ultimo caso si è posto un punto esclamativo dopo la trascrizione fonematica e fonetica giapponese.

Mentre gli esempi riportati nel testo saranno necessariamente in numero limitato, alla fine della sezione dedicata ad ogni lingua verrà riportata una appendice completa di tutte le parole prese a base dello studio con le trascrizioni fonematiche della parola giapponese e di quella della lingua d'origine e la trascrizione fonetica giapponese. Le parole saranno in ordine alfabetico secondo la grafia della lingua d'origine; i due numeri indicati per ogni parola sono rispettivamente un numero d' ordine progressivo e la pagina del dizionario di Teramoto in cui la parola viene riportata.

Adattamenti fonetici dei prestiti stranieri nella lingua giapponese
Tesi di laurea di Sandro Carnevali - 1991-92 - richiede il supporto Unicode


Adattamenti fonetici dei prestiti stranieri nella lingua giapponese
Tesi di laurea di Sandro Carnevali - 1991-92 - richiede il supporto Unicode
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Fonologia e fonetica giapponese. Prestiti dalle lingue straniere. html pdf
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Prestiti dalla lingua tedesca html pdf
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